29 marzo 2007

Emergency invita tutti a Roma, sabato 31 marzo ore 14,30 Piazza Navona



Manifestazione nazionale per Rahmatullah e Adjmal Emergency invita tutti a Roma

Sabato 31 Marzo 2007 ore 14.30 - Piazza Navona

LIBERI ANCHE LORO!

Lo chiedono Davide Riondino, Vauro Senesi, Ascanio Celestini, Dario Fo, Franca Rame, Beppe Grillo, Jacopo Fo, Furio Colombo, Antonio Tabucchi, Sandro Portelli, Antonio Cipriani ed altri ancora insieme alla presidente di Emergency Teresa Sarti

Sulla spinta dell’appello lanciato da Emergency e che in soli tre giorni ha avuto oltre 90.000 adesioni, amici del mondo della cultura, dello spettacolo e dell’informazione insieme a tanti cittadini si riuniscono sabato a Roma, in Piazza Navona, per chiedere tutti insieme la liberazione di Rahmatullah Hanefi e Adjmal Nashkbandi scomparsi in Afganistan successivamente alla liberazione del giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo.

Sono molte le Amministrazioni Locali, Prefetture, Associazioni ed i cittadini comuni che in queste ore drammatiche si stanno mobilitando. A loro Emergency chiede di partecipare anche in questa occasione, la prima a carattere nazionale.

Adjmal Nashkbandi interprete di Daniele Mastrogiacomo con il quale aveva condiviso i lunghi giorni del sequestro e con lui liberato, si sono perse le tracce il giorno stesso.

Rahmatullah Hanefi, responsabile afgano dell’ospedale di Emergency a Lashkar-gah ed il cui ruolo è stato determinante nella liberazione del giornalista italiano, è stato invece prelevato dai servizi segreti afgani all’alba del 20 marzo senza alcuna giustificazione. Emergency ha ripetutamente chiesto al Governo italiano di impegnarsi al pari di quanto fatto per Daniele Mastrogiacomo perché siano rispettati i Diritti Umani di queste persone, compreso quello a tornare subito in libertà.

Siamo convinti che tanti di coloro a cui sta a cuore la pace e che credono che la via della solidarietà sia l’unica percorribile, vorranno partecipare portando così il proprio importante contributo alla definitiva conclusione di questa drammatica vicenda.

Per Rahmatullah e Adjmal, per poter chiedere per la prima volta insieme: “liberi anche loro!”.

EMERGENCY

28 marzo 2007

Passato il rifinanziamento alle missioni miltari all'estero. Il governo non cade, gli afgani si

da peacereportr.net

estraggo questa testimonianza:

Zarghona ha 25 anni, ma ne dimostra almeno il doppio. Viene dal piccolo villaggio di Malgir, a nord di Lashkargah. Ha il viso completamente fasciato, la mascella fracassata da una pallottola. La stessa pallottola che, prima di entrare nella sua guancia, è entrata e uscita dalla testa del suo bambino di un anno e mezzo, uccidendolo. Parla con un filo di voce, fissando le lenzuola: “Prima hanno iniziato a sparare, poi sono iniziate a cadere le bombe. Tutte le donne del villaggio, come me, sono uscite di casa, fuggendo con i bambini in braccio. Io correvo tenevo mio figlio stretto a me, poi i soldati afgani ci hanno sparato. La stessa pallottola…”. Il pianto interrompe il bisbiglio della donna, che si copre il volto per non farsi vedere.

Tutti soddisfatti i soldati italiani all'estero non saranno abbandonati a se stessi, l'Italia non si è dimenticata di loro, ma degli afgani.
Non credo che i paesi occidentali siano in Afganistan, Irak e altri paesi per fare i Missionari della democrazia, penso, come la stragrande maggioranza degli italiani, che si trovino li per altri motivi molto meno nobili e dalle notizie che arrivano dall'Afganistan non mi pare che quel popolo stia godendo gli effetti benefici della democrazia.
Si combatte e si muore. Gli ospedali di Emergency si stanno riempiendo di feriti, in maggioranza civili innocenti, bambini, donne.
In questo momento sta andando in onda Porta a Porta, non riesoc a guardare certe trasmissioni, mi fanno paura, ma più paura ancora mi fa questo centro sinistra che sta andando sempre più a destra.

25 marzo 2007

Afghanistan - 25.3.2007 Rahmatullah torturato: il governo italiano deve agire

il governo italiano, questo governo eletto coi voti di elettori contrari alla guerra, partecipa alla missione in Afganistan con
duemila soldati, ma non chiede spiegazioni su vicende che ci riguardano direttamente.
Un giornalista di Repubblica è stato rapito dai talebani e liberato grazie all'intervento di Emergency tramite Rahmatullah Hanefi, manager dell'ospedale di Lashkargah.
Il giornalista Mastrogiaconmo è stato liberato dai talebani, Hanefi arrestato dai servizi afgani, dell'interprete afgano Adjmal
Nashkbandi, non si hanno notizie.
Il governo italiano deve intervenire.
Oppure la vita di due cittadini afgani vale meno di quella di un italiano?

di seguito l'appelo di Teresa Sarti al Presidente del Consiglio Romano Prodi:
da www.peacereporter.net



Dalla presidente di Emergency un accorato appello al Presidente del Consiglio Prodi

Siamo angosciati per la sorte di Rahmatullah Hanefi. Il responsabile afgano dell'ospedale di Emergency a Lashkargah è stato prelevato all'alba di martedì 20 dai servizi di sicurezza afgani.

Da allora nessuno ha potuto vederlo o parlargli, nemmeno i suoi famigliari. Non è stata formulata nessuna accusa, non esiste alcun documento che comprovi la sua detenzione. Alcuni afgani, che lavorano nel posto in cui Rahmatullah Hanefi è rinchiuso, ci hanno detto però che lo stanno interrogando e torturando “con i cavi elettrici”.
Rahmatullah Hanefi è stato determinante nella liberazione di Daniele Mastrogiacomo, semplicemente facendo tutto e solo ciò che il governo italiano, attraverso Emergency, gli chiedeva di fare. Il suo aiuto potrebbe essere determinante anche per la sorte di Adjmal Nashkbandi, l'interprete di Mastrogiacomo, che non è ancora tornato dalla sua famiglia.
Oggi, domenica 25, il Ministro della sanità afgano ci ha informato che in un “alto meeting sulla sicurezza nazionale” presieduto da Hamid Karzai, è stato deciso di non rilasciare Rahmatullah Hanefi. Ci hanno fatto capire che non ci sono accuse contro di lui, ma che sono pronti a fabbricare false prove.
Non è accettabile che il prezzo della liberazione del cittadino italiano Daniele Mastrogiacomo venga pagato da un coraggioso cittadino afgano e da Emergency. Abbiamo ripetutamente chiesto al Governo italiano, negli ultimi cinque giorni, di impegnarsi per l’immediato rilascio di Rahmatullah Hanefi e il governo ci ha assicurato che l’avrebbe fatto. Chiediamo con forza al Governo italiano di rispettare le parola data.
Teresa Sarti Strada
Presidente di Emergency

21 marzo 2007

le foto sono solo fogli da mettere in un album



le foto sono solo fogli da mettere in un album lo diceva un grande fotografo, Luigi Ghirri














sfoglio le foto dei precedenti viaggi, Tikal, splendido sito archeologico nascosto dalla Selva del Peten, riaffiora nella mia mente così come riaffiorano i ricordi, tutti i ricordi, di quel viaggio.

Sabato scorso ero all'Assemblea di Amistrada, ho rivisto le ragazze Ermelinda, Maria Teresa, Martine che ho incontrato a Città del Guatemala, volontarie per il Mojoca, ho rivisto Gerardo Lutte, che ha dedicato la sua vita ad aiutare i ragazzi di strada, e quei ragazzi ogni me ne veniva in mente qualcuno, Veronica? Raul? Bryan? Candelaria? e qualcuno di loro non frequenta più il Mojoca
qualcun altro sta bene, non viv più in strada e guarda avanti.
Sabato c'era l'entusiasmo di chi sa di aver dedicato una parte della prorpia vita a qualcosa di costruttivo, Martine appena rientrata dal Guatemala, stanca ma le si leggeva negli occhi che tornerebbe di nuovo tra quei ragazzi, Maria Teresa e Ermelinda con una valigia di vestiti da affidare a qualcuno in procinto di partire per Città del Guatemala.
Io partirei subito, il viaggio è la mia dimensione, non ho paura del volo, non ho paura delle lunghe attese in aeroporto, ne di affrontare decine di ore in pulman su strade piene di buche, non ho paura di arrivare di notte in una città sconosciuta e cercare un posto dove dormire.
Mi fa paura invece la quotidianeità, la normalità, non mi fanno paura le situazioni difficili, trovarmi a contatto con il disagio sociale, che voglio combattere fino a vederlo scomparire, mi fanno paura le cravatte, i visi seri, il razzismo quotidiano piccolo e grande.

Oggi in agenzia sono entrate una donna anziana e una ragazza rom, ho notato come le guardavano, è una cosa inconsueta due nomadi in banca, si sono avvicinate al mio sportello, la donna anziana aveva in mano una banconota africana, 5000 franchi, ma di valore quasi nullo, buongiorno non le posso cambiare, ho detto, è una banconota che qui in Europa non viene scambiata, la ragazza traduceva e la donna anziana mi ringraziava, di cosa? perchè mi ringrazia? Non capivo.
poi quando sono uscite credo di aver capito. Forse le avevo tratatte da persone, esseri umani, cosa a cui di questi tempi i nomadi specialmente qui a Roma, non sono più abituati.

e questa è una foto, non scattata, da mettere nell'album dei ricordi, accanto a quelle dei ragazzi di strada o dei bambini che a Chichicastenango trasportavano sacchi di calcinacci più grandi di loro, nemmeno quella foto è stata scattata

18 marzo 2007

ALEMANNO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO

dic eun proverbio umbro
"chi de gallina nasce ne vien che ruspa"
e Alemanno politicamente è nato come è nato il leader del suo partito è diventato amico di Israele
insomma negli ambienti di certa destra l'antisemitismo non va più di moda.
Ma come fanno i "nazisti dell'Ilinois" a sfogare il loro razzismo?
Semplice:
«Chiediamo centri di permanenza temporanea anche per i nomadi che vengono sgomberati dai capi abusivi»
lo dice Alemanno, qualcuno dovranno pure fargli internare altrimenti vanno in depressione

15 marzo 2007

ergastolo per cinque militari argentini golpisti e assassini

da verosudamerica.blogspot.com

La Corte d’assise di Roma ha condannato ieri all'ergastolo in contumacia cinque torturatori della famigerata Erma argentina per l'uccisione di tre cittadini italiani durante la dittatura del 1976. Abuelas de Plaza de Mayo: “La sentenza italiana deve essere un esempio internazionale”.

spero davvero che vengano rinchiusi in carcere e che qualcuno getti via la chiave. A distanza di anni la giustizia è arrivata.

Sabato 2 marzo ero a Buenos Aires, nei miei viaggi in sud-america una sosta nella capitale argentina cerco sempre di farla.
Sono pasato al cafè de las Madres vicino al Congreso, ho fatto due passi in Plaza de Mayo con le sagome umane dipinte sul marciapede.
In Argentina mi sento a casa. Mi piace la gente del Cono Sur, mi piace il loro modo di prendere la vita, mi piace la loro voglia di vivere.
Inaccettabile quello che è accaduto in quei paesi nei decenni passati, colpi di stato fascisti benedetti anche da certi cardinali che la domenica mattona giocavano a golf con generali assassini e sponsorizzati dagli esportatori di democrazia.

Il continente sudamericano sta alzando la testa, si sta liberando dalle catene dell'oppressione nordamericana, i semi lasciato cadere da Ernesto Che Guevara stanno dando i primi frutti, quei popoli silenziosi hanno bisogno del nostro appoggio, della nostra solidarietà, del nostro aiuto fraterno.

Da loro possiamo imparare molto.

14 marzo 2007

I soldati di pace fanno la guerra

dall'Afganisthan arriva la notizia che truppe spagnole ed italiane sono impegnate in azioni di guerra con lo scopo di intrappolare i Taleban in fuga dai bombardamenti NATO.
Dopo una prima smentita il Ministero della Difesa italiano per voce del sottosegretario "Lorenzo Forcieri ha confermato la partecipazione italiana all'operazione, definendola "un'operazione normale, condotta secondo le regole che sono state stabilite, per cui teniamo sotto controllo le vie di comunicazione in modo da impedire che attraverso di esse ribelli o terroristi inseguiti, possano venire a trovare rifugio in questa zona"" (da peacereporter.net)

Con molta retorica i soldati italiani impegnati in missioni all'estero vengono definiti "soldati di pace" ma spesso fanno la guerra, in barba all'Art. 11 della Costituzione Italiana.

13 marzo 2007

lavorare per vivere non per morire.

Troppi incidenti sul lavoro in questo paese.
Si muore sul lavoro per un motivo semplice: perchè i padroni preferiscono metetre in conto la morte di qualche dipendente piuttosto che spendere denaro in sicurezza, la legge 626 non viene quasi mai rispettata. Mentre la legge Biagi viene applicata dalla maggioranza dei datori di lavoro, istituzioni pubbliche comprese.
Riporto da l'Unità:
"A Padova, è invece morto anche un secondo operaio dei tre rimasti feriti lunedì in seguito a una esplosione avvenuta all'interno di una fonderia a Camposanpiero (Padova). Si tratta di un 24enne romeno, che lavorava a un alto forno assieme a un collega coetaneo morto anch'egli. Georghe "Luigi" Bala, 31 anni, era morto all'istante, investito in pieno dal getto di ghisa a 1.500 gradi di temperatura. Mihai "Michele" Barbascu (32) è deceduto dopo 15 ore di agonia, nel Centro grandi ustioni di Padova; aveva bruciature al limite della carbonizzazione sul 100% della superficie corporea"
Operai ed extracomunitari morti sul lavoro, ho fatto un giro in internet tra i siti dei principali quotidiani e pochi parlano della vicenda, la morte di due uomini immigrati non fa notizia, anzi il Corriere della Sera ne propone un'altra di notizia, un romeno a Civitavecchia ha tentato di rapire un bambino, ecco il mostro extracomunitario.

E adesso racconto una vicenda personale legata agli infortuni sul lavoro e alla considerazione degli italiani nei confronti degli extracomunitari.

Quinta RAPINA
Giovedi alle nove e mezza di mattina mentre ero in cassa, lavoro in banca, entra un ragazzo che appena uscito dalla porta d'ingresso abbassa la testa e si dirige veloc everso il cancelletto di accesso alle casse, dietro di me una collega fotocopiava dei documenti, accanto l'altro collega-cassiere, il ragazzo alto e con una capigliatura molto folta si tira su una sciarpa e tenta di aprire, ma non riuscendovi inizia a scavalcare la cassa, mi alzo e lascio che faccia il "suo lavoro" una volta dentro mi intima di aprire la porta per fare entrare il suo compliche che nel frattempo aveva preso in ostaggio un cliente, apro ed entrano insieme, il primo rapinatore va verso l'altra cassa, ma il collega ha ciuso il cassetto coi soldi, il secondo rapinatore armato di taglerino si innervosisce ed entra dentro per prendere la collega in ostaggio, le afferra un braccio e cerca di tirarla a se ma io la tiro via per l'altro braccio, allora corre verso la sala per trovare un altro ostaggio, ma incontrando solo persone di corporatura più robusta della sua torna indietro, io grido apri quella cazzo di cassa e dagli i soldi, mentre osservo la lama del taglierino che torna a farsi avanti per tentare di prendere di nuovo la collega, non vi riesce e corre verso la cassaforte che chiusa a chiave non si apre, ma lui insiste, è bloccata dico io, inutile, allora esce e cn lui anche il suo complice che nel frattempo ha prelevato il denaro dalla cassa del collega, chiud le porte, la rapina è finita, durata tre minuti. Eterni.
E' stata la quinta rapina che ho subito da quando lavoro in banca.

Domanda di rito da parte della polizia erano italiani o stranieri? italiani con accento romano, diciamo noi, bene grazie, e parlano tra facendo varie ipotesi sperando di poterli prendere al più presto.

Affermazione di rito della gente comune erano extracomunitari, erano zingari, no erano italiani romani.

Per chi come me lavora in banca subire una rapina è cosa che può capitare, ma non deve capitare.
Ci sono banche dove certi rapinatori non entrano, sanno di rischiare troppo, ci sono guardie, oppure porte dove entrare è diffiicle, dove vieni prima fotografato, dove ti prendono l'impronta digitale, ci sono casse ben protette, blindate, ma sono poche queste banche, in genere le aziende preferiscono rischiare la rapina piuttosto che spendere soldi in sicurezza, tanto poi il denaro è assicurato e se qualcuno si fa male ... di lavoro si può anche morire che non si sa?

11 marzo 2007

MADRE MASTELLA DI CALCUTTA - moriremo demoscristiani?

la paura del confronto, l'impossibilità di continuare a sostenere il falso, a negare l'evidenza hanno "costretto" madre Mastella di Calcutta ad uscire dallo studio di Annozero.
Ma perchè non esce dal Governo? nel sito personale di Madre Mastella di Calcutta è pubblicizzata una manifestazione per la ricostruzione della vecchia DC, a cui partecipa anche Publio Fiori, che dopo la morte della Balena Bianca corse a rifugiarsi tra i banchi parlamentari di Alleanza Nazionale per uscirne nel 2005. Insomma Madre Mastella di Calcutta ritrova i vecchi amici.
Probabilmente fonderà una nuova sigla politica che andrà ad aggiungersi alle precedenti:
1994 CCD Mastella ministro del Lavoro nel governo Berlusconi
1998 CDR poi UDR
1999 UDEUR e Mastella è ministro della Giustizia del governo Prodi
Possibile che questo paese deve vivere da sempre dominato da squallidi personaggi che con la scusa di "stare al centro" si spostano un po' a destra un po' a sinistra a seconda di come tira il vento?
Possibile in in questo paese deve ancora aggirarsi lo spettro tetro della defunta Democrazia Cristiana?

I centristi stanno condizionando il governo, la cosidetta sinistra radicale non è capace di alzare la voce di fronte alla loro arroganza.

Dobbiamo rassegnarci a morire democristiani?

10 marzo 2007

EMERGENCY in SUDAN, energia pulita e gratuita come le cure

basterebbe poco per ridurre le emisisoni inquinanti, basterebbe dotare le strutture publbiche di pannelli solari, cominciando dalle scuole, dagli ospedali, dagli uffici pubblici, intanto in Sudan Emergency ha fatto questa scelta, energia pulita e gratuita.

da ALLISTANTE News letter di Emergency n. 10 - Anno 2007

Sudan: energia gratuita come le cure

Il Sudan ha una temperatura media di 29 gradi centigradi, che nei mesi
piu' caldi arriva a 45.
In queste condizioni ambientali, l'impianto di condizionamento non e'
una dotazione di comfort, ma un elemento indispensabile alla cura.
L'utilizzo di sistemi tradizionali per il condizionamento
dell'ospedale avrebbe comportato un consumo ingente di energia
elettrica o fossile.
In un paese di cui tutti si contendono le risorse petrolifere,
Emergency ha cercato un'alternativa energetica pulita: il sole.
Dall'Italia sono partiti nove containers per trasferire a Khartoum
pannelli solari, portando anche il bene immateriale di una tecnologia
pressoche' sconosciuta in Africa.
Oggi un impianto che impiega 288 collettori solari sottovuoto (900
metri quadrati, la superficie di dieci discreti appartamenti
d'abitazione) produce 3.600 chilowattora ? l'equivalente della
combustione di 335 chili di gasolio ? senza emettere un grammo di
anidride carbonica nell'atmosfera.

Nicola, Khartoum

04 marzo 2007

UFFACHEPPA

tornato
due ore di ritardo.
Mentre volavo sopra il Mediterraneo e' tornato il dolore al tendine del braccio sinistro,
ho afrontato subito il traffico di Roma, con tutto lo zaino sono saltato sopra lo
Scarabeo 500 che avevo lasciato al parcheggio e subito nel bel mezzo dle traffico romano
traffico degno della piu' miserabile citta' del mondo, nessun rispetto per i pedoni, ne per
chi viaggiasu due ruote, fretta, sorpassi a destra, mentre percorrevo la rampa d'uscita
dell'autostrada tenendomi sulla destra sono stato affiancato dal solito sbruffone coatto
arrichcito alla guida di un ridicolo SUV ce in Bolivia non riuscirebbe a percorrere nemmeno
trenta chilometir nel deserto, voleva sorpassare, fretta hano fretta devono correre

viva il senso della vita dell'America Latina

viva l'olio d'oliva umbro sopra una fetta di pane
l'unica cosa italiana di cui sento la mancanza fuori d'Italia

03 marzo 2007

El final

la fuori c'e' il parco sotto i gratatcieli della city di Buenos Aires, la stazione ferroviaria de Retiro, quella dei pulman, la piccola stazione del Manuel Tienda Leon dove ho lasciato i miei bagagli e da cui partiro' in direzione dell'aeroporto.
Non ho molta voglia di tornare, mi manca il viaggio, quello fatto di attese alle stazioni dei bus, di consultazioni ai pannelli indicanti gli orari e le destinazioni dele partenze, leggere quei nomi ... Salta, Santiago del Estero, San martin de los andes ... nomi che solo a leggerli ti fanno venire voglia di partire.
Ecco salire su un un bel bus-cama, si quelli con le poltrone che si abbassano e puoi dormire, e mentre fuori si accendono le prime luci della sera ti addormenti pe risvegliarti in Patagonia.

CIAO CIAO BOLIVIA
l'ho lasciata sotto la pioggia, una Bolivia alluvionata, disperata, intrappolata nel fango, la vedevo scorrere soto al finestrino dell'aereo, grandi paludi allagate, devastazioni ... mi resteranno sempre impresse quelle immagini viste in TV, persone nel fango, uomini donne coi bambini in braccio che camminano in mezzo all'acqua, bestiame morto che galleggia putrefacendosi nell'acqua, campi coltivati distrutit dalla pioggia, gente disperata, ma con le maniche delle camicie tirate su, gente che lavorava in condizioni disperate per ripartire.
Evo, questa non ci voleva proprio, oltre ai problemi quotidiani alla Bolivia mancava proprio l'alluvione, coraggio questo apese cambiera' mica e' l'Italia!
La Bolivia e' costituita da varie etnie e gruppi culturali, Aymara, Quechua, Guarani, bianchi meticci ... mi hanno detto che la nuova costituzione dovra' tenere conto di tutto questo, spero che cosi' si riesca a metere tutti d'accorod perche qui c'e' da fare molto per migliorare la vita di chi fino ad oggi ha lottato pe rla pura esemplice sopravvivenza.
Gli indios di suor Rosangela, la missionaria incontrata in aereo, chiedo diritot allo studio, scuole, i loro figli vogliono studiare per essere parte attiva di questo paese, non tradirli Evo, non fare come i nostri che si fanno eleggere con belle frasi e poi ...
della Bolivia rimane l'immagine del bambino che passa legiornate accanto alla madre poco fuori dell'albergo Copacabana nel centro di santa Cruz, la madre vende piccolo artigianato e lui fa i compiti, studia, vuole capire, essere parte attiva di questo paese
ciao ciao bimbo auguri
Ciao ciao Bolivia spero di rivederti un giorno diversa.
Un grazie alla tua meravigliosa gente.

PANTANI
ieri sera in quello schifosissimo albergo di Buenos Aires, dove son finito per caso c'era la Tv con RAI international, ho acceso c'era Sanremo, clik vado amangiare, sono rientrato c'era il film su Marco PANTANI, ultimo vero campione del ciclismo.

BUENOS AIRES
ci sarebbe tanto da scrivere su questa citta' fiumi e fiumi di parole, non posos dire che mi piace, a me non piacciono le citta', soprattutto quelel troppo gradni, mi piacciono quando hanno un ritmo, una scenografia, architettura, arte, ma le citta' non sono fatte solo di questo, c'e' ben altro, c'e' la gente.
Ieri sera ho visto gente dormire per strada, mica poca, tanta.
Buenos Aires dal bus mi appariva nelel prime luci della sera come una donna un po' in la' con gli anni che si trcca per ritrivare i suoi vent'anni, no puo' riuscirci.
Ecco i palazzi della periferia, i grattacieli, le casette basse ... la luna piena bella sopra le case, le luci delle automobili, la fila interminabile n uscita dalla citta', poi si esce dall'autostrada e si entra nella citta', subito B uenos Aires scopre i suoi difetti, adesso siamo dentro la citta' fermi ad un semaforo sotto il ponte dell'autostrada, tra i piloni una donna sta preparando da dormire per se e i suoi de figli, piu' in la un'auto della polizia ha bloccato un'altra auto e sta perquisendo gli occupanti.
Quando sono uscito dall'albergo sotto le luci dei tanti palazzi nella piazza de Congresso nazionale tanti senza tetto sparsi un po' per tutta la piazza stavano mangiando e "tomando mate" pronti a passare la notte all'aperto, tra alberi secolari e i gas d scarico delle automobili.
Gruppetti di ragazzi spingendo dei carrelli raccoglievano l'immondizia, ho chiesto se fosse quelo il servizio di nettezza urbana, ma no, mi ano speigato che quelli nell'imodizia vanno a cercare qualcosa da mangiare o di utile per se.
Questa mattina non ruscivo a mettere tutte le mie cose dentro lo zaino, non era possibile infilare tutto, ho raccolto un antipioggia Ferrino, una camicia, il maglione comprato ad Uyuni che si stava scucendo,magliette vecchie e non so cos'altro, andando a fare colazione ho visto uno dei senzatetto di ieri sera e ho dato tutto a lui, mi ha ringraziato, ho spiegato che alcuni vestiti erano da lavare che il maglione aveva un piccolo buco, mi ha ringraziato, si e' guaradto intorno per cercare qualche cosa da offrirmi, ma a parte la bombilla, senza mate, non aveva altro.
El Caminito ti accoglie come sempre, ti conta i soldi in tasca, se li hai bene altrimenti meglio che te vai, e' una sola coem si dice a Roma, per turisti, pero' a me piace, ho fatto un giro per comprarmi uno zainetto in cuoio, visto che ero rimasto con uno di stoffa che prima o poi si sarebbe strappato sotto il peso delle macchine fotografiche, l'ho trovato da un ragazzo con una bancarella, per poco piu' di trenta euro e adesso me lo porto in Italia.
Ho mangiato in uno dei ristoranti per turisti della Boca, lo chef di origine italiana, mi ha raccontato che un tempo c'erano le cantine dove si mangiava pesce e si beveva vino, ma adesso che la Boca e' abitata non piu' da italiani e spagnoli, ma da peruviani, boliviani, paraguayani, queste cos esono sparite, un tempo c'era una vita di quartiere, adesso non piu', solo nei conventillos, i raggruppamenti di case con spazi comuni, le cose sono rimaste piu' o meno le stesse.
La Boca e' bella, caratteristica, ma una sola spaventosa.
Madres de plaza de Mayo compiono trenta anni, sono stato al loro cafe' letterario vicino al Congresso, c'e' una bella libreria, tavolini, cucina bar, uno spazio bello, con un atmosfera tipica de luoghi della gente a cui non va bene il mondo cosi' com'e'e che ha lottato sempre per cambiarlo. Trenta anni dal 1977 al 2007
queste donne hanno visto i loro figli scomparire nel nulla, hanno sofferto cercando i loro nipoti e adesso molte aspettano ancora giustizia.

... (continua?)

01 marzo 2007

Diario di "Cla" in Bolivia: global artesania

artigianato del sud-america.
Esiste.
A Tarabuco ho incontrato un fotografo argentino, abbiamo fatto un giro per il villaggio fotografando e guardando le merci esposte, tutte uguali.
David, cosi' si chiama il fotografo mi ha detto che dall'Equador al Nord del Cile e dell'Argentina i prodotti artigianali sono sempre gli stessi, in Equador, in Peru' in Bolivia in Cile in Argentina, a meno che non incontri una cooperativa di donne che lavorano la lana ñle stoffe, si ne ricordo una a san pedroi de Atacama, in Cile, un'altra a Bariloche erano donne Mapuche, ma in generale i prodotti esposti sone sempre gli stessi, maglioni con disegni iodentici, sciarpe di alpaca ecc ecc
E' la globalizzazione dell'artigianato turistico. La stessa cosa avviene in Centro Anerica, se vai in Chiapas trovi le stesse cose del Guatemala.
Eppure nemmeno dieci anni fa era diverso, ricordo i maglioni comprati in Cile, a San Pedro avevano un disegno, al Parco Lauca, laguina de Parinacota, erano differenti.

Sono rimasto senz azaino fotografio, o meglio si e' rotto, farei meglio a dire ho rotto, il Ferrino da alpinismo che utilizzavo per trasportare materiale fotografico e non solo, e proprio quel "non solo" ha provocato la distruzione delle lampo, l'ho caricato troppo, sto cercando qualcosa di alternativo, fors euno zaino in cuoio, ma forse dovro' aspettare Buenos Aires, almeno in questi prodotti non c'e' globalizzazione.

Diario di "Cla" in Bolivia: ritorno a Santa Cruz, alluvioni, suore missinarie, film dimenticati e sanremo

eccomi di nuovo a Santa Cruz.
Citta' ne carne ne pesce, ma queste cos ele ho gia' scritte da un'altra parte, qui per la precisione: http://www.fuggire.it/forum/viewforum.php?f=23

Sono tornato da Sucre in aereo,pereche' via terra e' quasi impossibile, ho visto cosi' dall'alto le due Bolivie, quella altiplanica coi picocli villaggi le casupole isolate nel nulla apparentemente irrangiungibili perche' non si vedono strade, i campetti coltivati, e le montagne inariodite dalla siccita' si e' cosi' negli altopiani quasi non piove mentre la Bolivia dei bassopiani e' semisommersa dalla pioggia.
Si vedono campi coltivati allagati, laghi (in)naturali che nascondono coltivazioni ormai andate perdute, e se si scend edi quota si dovrebbero vedere animali morti che galleggiano imputridendosi.
I TG boliviani e Telesur mandano in onda le immagini delle inondazioni, ormai sono settantamila persone senza casa, gran parte del raccolto e' andato perduto e gli allevamenti sono ridotti a pochi capi di bestiame. E' in atto un epidemia di dengue, oltre mille casi ha fatto anche dei morti e la malaria fa il resto.
Guardando i siti giornalistici italiani non leggo nessuna notizia relativa a cio' capisco i problemi del sud del mondo non interessano in questo momento agli italiani, troppo presi dalla crisi di governo, dai cattivi senatori "incoscienti" (nessun governo vale una guerra!!) e da Sanremo coi lustrini sfavillanti e le canzoni senza senso.
In volo accanto a me era seduta una suora italiana missionaria, e' in Bolivia da 35 anni, lavora nel Chaco, ha un belvecchio fuoristrada cassonatoi e con quello si sposta nei villaggi per portare assistenza sanitaria. Mi ha raccontato cose inconcepibili pe rchi vive nel nostro mondo "civile" occidentale, la condizionedella donna, quasi schiava, i problemi dell'infanzia, le difficolta' di spostarsi, di comunicare, per ottenere una linea telefonica e' dovuta andare a protestare La Paz, il lavor che e' solo sfruttamento ecc ecc
Sono arrivato a santa Cruz tornando al Copacabana, in stanza ho una tv, accendo, compare TVE (spagnola) c'e' Zapatero che risponde ad un interpellanza dell'opposizione, giro e trovo RAI International, c'e' Prodi che cheide voti al Senato, spengo, esco vado a mangiare.
Torno e accendo di nuovo la Tv c'e' Pippo Baudo e il suo Sanremo, noooo
giro e trovo Europaeuropatv, c'e' un vecchio film italaino con Monica Vitti, Teresa la Ladra del 1972, film dimenticato in Italia, ma qui in Sudamerica trovi ogni tanto qualcuno che ti parla di un Italia che noi abbiamo sotterrato, m'e capitato in Peru' in Argentina, in Guatemala, ma adesso pensiamo a Sanremo che c'e' quella svizzera bionda.

This page is powered by Blogger. Isn't yours?


Heracleum blog & web tools
www.flickr.com
:-:claudiotesta:-:'s photos More of :-:claudiotesta:-:'s photos
www.flickr.com
:-:coloremaya:-:'s photos More of :-:coloremaya:-:'s photos